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      Or l'Austria, con ragione, il maggiore ingrandimento di quella potenza sua naturale nemica, dee paventare, perchè confinante, gigantesca rivale: e non potrà perciò le sue frontiere della Bosnia e della Servia, che avidamente desidera il Russo d'appropriarsi, sguarnire, per accorrere nel mezzo giorno, contro le nazioni a combattere. E l'Austria pur vede tremando, la Prussia, in segreto al Czar collegata, guatar con avid'occhio, l'occasione di quadrare a spese del vicino, il sito del suo regno così malposto nel core di tre formidabili stati: la Francia, l'Inghilterra, verso la contesa dell'oriente, debbono pure tutta la loro attenzione dirizzare, onde impedire che quell'enorme colosso distrugga l'impero ottomano e dell'Ellenia s'impadronisca. Imperciocchè, una volta signore di quel littorale, potrebbe in brevissimo giro d'anni, un numeroso naviglio d'ottimi marinari fornito, allestire, che farebbe ben tosto le marine inglesi, francesi ed austriache, dal Mediterraneo dileguare. L'Inghilterra più d'ogn'altro governo, vedendo il pericolo della vicina perdita delle sue possessioni delle Indie, che le sovrasta, dovrà guerreggiare, e trascinare seco lei quei nostri principali e più immediati nemici. Tali considerazioni fin d'ora, a tutt'i forti impediscono di cadere addosso repentinamente all'Italia. Or che l'opinione dominante dei Francesi, ed Inglesi molto influente (ma che pur non è quella dei loro gabinetti, abbenchè governati con sistemi costituzionali), tutta favorevole alla libertà dei popoli si mostra, e le ostilità dai loro gabinetti contro di noi ideate, potrebbe per avventura impedire, e finalmente or che arde la contesa del Portogallo, e non è lungi la rivoluzione del popolo Spagnuolo, che al rimbombo delle nostre imprese, si slancierà, senza dubbio, al riacquisto de' suoi conculcati diritti, e così a quella contrada, tutta la possibile attenzione di quei due gabinetti concentrerà, essendo gli avvenimenti della penisola Ispana, per Inghilterra e per Francia di più delicata importanza che le sorti di Italia, oggi che un'immediata invasione straniera, tanto poco abbiam ragione di paventare, ora forse che quei naturali nemici nostri verranno fra breve tra di loro a tenzone, e ch'essendo noi venti millioni, se non siamo prodigiosamente codardi, alcuno temere non dobbiamo, ed anche, senza le circostanze già ricordate, potremmo rimaner saldi contro a tutta l'Europa, se per caso improbabile, volesse contro di noi congiurare, oggi, ad onta della fortuna che ci stende la mano, vorremmo torpidi e sonnacchiosi, rimanere in catena?


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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