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      La vita dei noduli è assai breve: ben presto gli elementi che li costituiscono si alterano, muoiono e si trasformano in una massa bianco-gialliccia, opaca, che, assomigliando a certe qualità di cacio, ebbe il nome di sostanza caseosa.
      Ma mentre questi noduli vecchi si disgregano, i bacilli, continuamente moltiplicandosi, invadono il tessuto vivo circostante, e danno origine a noduli nuovi, che, alla loro volta, si distruggono.
      E così gradatamente i bacilli conquistano tratti sempre più estesi di tessuto, e lasciano dietro di sè una zona di distruzione sempre più grande.
      Se i tubercoli hanno sede nello spessore di un organo, per esempio nel cervello o in una ghiandola linfatica, la materia caseosa derivante dalla loro distruzione vi si accumula, rimanendo però sempre circondata da un sottile strato di tessuto vivente, in cui stanno disseminati i tubercoli di più recente formazione. Si possono avere così dei nodi tubercolari della grossezza di una noce ed anche più.
      Se, invece, i tubercoli si sono sviluppati su di una superficie libera, per esempio sulla pelle o sul rivestimento mucoso della bocca, della laringe o dell'intestino, disgregandosi, lasciano al loro posto una perdita di sostanza, un'ulcera, che tende lentamente, ma continuamente ad estendersi.
      Se, infine, la malattia ha sede nello spessore di organi, che, come i reni e i polmoni, comunicano coll'esterno per mezzo di canali speciali, allora la materia caseosa si versa nel lume di questi.
      Nel caso dei polmoni, per esempio, si versa nei bronchi e viene eliminata coll'espettorazione, mentre al posto che essa occupava nel polmone rimane una cavità, una piccola caverna; e siccome queste piccole cavità col progredire della malattia vanno diventando numerose e più grandi, così molte si fondono tra loro a costituire caverne ampie od amplissime, o addirittura un sistema di caverne, il quale occupa tanta parte del polmone, che fa meraviglia che l'infermo, nonostante una così notevole diminuzione della parte respirante dell'organo, possa trascinare tanto a lungo la vita.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134