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      Inoltre, in quei numeri dell'elenco che corrispondono alle malattie dei singoli organi, è fatta avvertenza ai medici di non inscrivervi le alterazioni tubercolari, sottintendendosi che queste debbano essere raggruppate negli anzidetti numeri 28-35. Parrebbe, adunque, che il conoscere l'entità dei danni prodotti dalla tubercolosi dovesse essere la cosa più facile del mondo.
      Se per esempio si apre il volume del 1896, a pagine 19 e 20 si trova, che il numero dei morti per qualunque causa fu in tale anno di 758129, e il numero dei morti per tubercolosi fu di 58977, di cui 33302 devonsi ascrivere alla sola tubercolosi polmonare. Con altre parole, di 1000 morti per qualunque causa 77 erano tubercolosi; ovvero, in cifra tonda, i morti per tubercolosi furono un tredicesimo della totalità dei morti.
      Se non che la cifra di 59 mila vittime, come contributo che l'Italia paga annualmente alla tubercolosi, è senza dubbio, e di molto, inferiore al vero, ed è ben lontana dall'indicare l'entità dei danni prodotti da questa malattia.
      A questa conclusione non è lecito sottrarsi quando si facciano le considerazioni seguenti:
      1.° Talora i medici, non tanto per errore di diagnosi, quanto per non spaventare il malato, o per compiacere i parenti, i quali, specie in alcune regioni, considerano come macchia l'avere in famiglia un tubercoloso, designano in vita, e denunciano dopo morte la malattia, non col suo vero nome, ma come bronchite o pneumonite cronica.
      Quest'ultima, per verità, non può aumentare di molto la cifra delle tubercolosi, perchè, quantunque si possa ritenere che quasi tutte le pneumoniti croniche che si denunciano siano delle vere tubercolosi, il numero delle morti prodotte da esse nel 1896 supera di poco le 1500.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134

   





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