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      Esso è incomparabilmente più grave di quello della più parte delle malattie contagiose, non solo perchè colpisce un maggior numero di vittime, e le sceglie nell'età più produttiva (mentre per es. il morbillo, la scarlattina, la tosse ferina, la difterite, il vajuolo infieriscono a preferenza nell'infanzia), ma anche perchè la tubercolosi è fra le malattie che hanno decorso più lungo, e suole produrre una incapacità al lavoro che dura degli anni.
      Secondo studi fatti dal dott. Linke su di un materiale statistico così esatto qual'è quello che viene fornito dalle casse pei malati, nella sola Lipsia e suoi dintorni la perdita annua complessiva in salari d'operai (uomini e donne) dovuta alla tubercolosi, supera i tre milioni di marchi.
      Si metta in proporzione questa cifra, data da una sola città, col complesso delle città d'un paese, poi si aggiungano le spese di mantenimento e di cura dei malati, e si vedrà se non siano delle centinaia di milioni che ogni anno vanno perduti a cagione della tubercolosi.
      Nè va trascurato un danno indiretto tutt'altro che leggiero. Siccome la malattia uccide a preferenza nel fior degli anni, spesso il povero tisico lascia dei figli ancor piccini, ai quali viene così a mancare la guida morale, e sovente anche l'unico sostegno economico. Dal che risulta non di rado un abbassamento nel livello sociale dei figli, e talora la rovina completa della famiglia.
      In Italia la piaga della tubercolosi è alquanto meno grave che in Germania e negli altri paesi nordici.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134

   





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