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      La polvere inquinata di bacilli era in particelle così fine, che tante cautele furono insufficienti a trattenerla, e il muco nasale dello sperimentatore, raccolto dopo l'esperimento e inoculato in cavie sane, trasmise loro la tubercolosi. Avviso a chi volesse ritentare la prova, e, a differenza di Cornet, non avesse sufficiente fiducia nella forza di resistenza del proprio organismo, o non fosse disposto a far sacrificio della vita a pro della scienza.
      Questi risultati ottenuti negli animali possono essere applicati direttamente alla spiegazione del modo, con cui si trasmette il contagio all'uomo. Infatti, già da gran tempo è noto, che anche nell'uomo le particelle più minute di polvere natanti nell'aria penetrano, per mezzo dei movimenti della respirazione, nel polmone; e per mezzo d'indagini più recenti si è assodato, che la polvere dei locali abitati o frequentati da tisici, che sputano sul pavimento, contiene bacilli tubercolari. A questo riguardo meritano speciale menzione le numerosissime ricerche fatte, una dozzina d'anni fa, sia in sale d'ospedali, sia in camere private, dal dott. Cornet, al quale specialmente va attribuito il merito d'aver tenuta desta l'attenzione su questa via principalissima di diffusione della tubercolosi, e fornito così una delle basi di difesa contro la malattia.
      Nè, per l'ammaestramento che se ne può trarre, va taciuto che il dottor Mazza a Torino, raccogliendo la polvere depositatasi sui sedili di caffè-concerti e di sale pubbliche da ballo (frequentate, come ognun sa, da una gioventù che fornisce tributo larghissimo alla tubercolosi), e iniettandola nei conigli, trovò che taluno di questi moriva tubercoloso; segno certo che la polvere conteneva bacilli perfettamente virulenti.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134

   





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