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      E nessuno ci trova a ridire, e chi per malattia od altro non può fare a meno di sputare, va sempre munito della sua brava sputacchiera tascabile.
      In Italia forse non sarebbe buon consiglio arrivare d'un tratto alla proibizione e alla multa; non siamo ancor maturi per ciò, e credo che delle prescrizioni regolamentari riguardo allo sputo non si potranno imporre, colla fiducia che siano seriamente applicate, se non quando la generalità dei cittadini sarà meglio edotta e persuasa della loro utilità.
      Per ultimo, a prevenire da ogni lato i danni che ci possono derivare dagli sputi, occorre ancora: 1.° che la biancheria, gli abiti, gli oggetti letterecci, e specialmente i fazzoletti adoperati dai tubercolosi vengano cambiati di frequente e regolarmente disinfettati o nella casa stessa del malato o nella stazione municipale di disinfezione; 2.° che nelle camere dei tubercolosi e nelle sale degli ospedali lo spolvero dei mobili e la pulizia del pavimento si facciano sempre con straccio umido, per impedire che la polvere posatasi su quelli e su questi si rimescoli poi all'aria dell'ambiente(5); 3.° che quando un tisico muore o cambia d'abitazione, il medico sia obbligato a farne tosto denuncia, affinchè la camera venga rigorosamente disinfettata per cura o sotto la sorveglianza dell'autorità. È una precauzione che spesso si trascura, e che tuttavia può preservare da gravissimi guai. In genere, chi cambia alloggio dovrebbe sempre far disinfettare quello in cui entra; gli gioverebbe così per la tubercolosi, come per la difterite, la scarlattina ed altre malattie contagiose non meno gravi.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134

   





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