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      Probabilmente la stessa influenza benefica spiega la minore mortalità degli scalpellini italiani di fronte ai tedeschi.
      Differenze non minori si possono trovare in uno stesso paese a seconda delle condizioni in cui le fabbriche lavorano; nelle fabbriche ben ventilate, per es., i danni prodotti dalle polveri e dai gaz irritanti, che vi contaminano l'aria, sono assai meno gravi che nelle altre.
      È lecito quindi trarne la conseguenza generale, che l'esame accurato degli elementi nocivi che agiscono nelle singole professioni può guidare a eliminarli o ad attenuarne l'azione, ed a rendere così la professione stessa meno insalubre.
      Da questo breve studio delle condizioni interne ed esterne, che fanno variare nel nostro corpo la predisposizione alla tubercolosi, emerge chiaramente quale debba essere a questo proposito il compito, sia dello Stato, sia dei cittadini. E quello e questi devono associare i loro sforzi per mantener robusta la popolazione, e a tale scopo adoperarsi senza posa per istruirla intorno al modo di governare il proprio corpo e difenderlo dalle influenze nocive, per instillarle l'amore della pulizia, per migliorarne le abitazioni e l'alimentazione, per accrescerne il benessere economico, per regolarne saviamente le condizioni e il tempo del lavoro, per metter freno all'alcoolismo e così via.
      È un programma vasto, che non si può esaurire in poco tempo, nè con pochi mezzi. Ma parecchi altri paesi ci hanno già preceduto nell'attuarlo, e ne hanno tratto grandissimo frutto, giacchè, oltre al ridurre il numero dei morti per tubercolosi, hanno notevolmente mitigata l'intensità di cento altre malattie.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134

   





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