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      Moltissimi del primo e molti del secondo gruppo conservavano le apparenze della migliore salute; non pochi si erano sposati ed avevano avuto figli sani e robusti.
      Quando in una malattia che, curata negli ospedali comuni o coi vecchi metodi, conduce regolarmente, e dopo anni di sofferenze alla morte, si ottengono, invece, tante guarigioni e tanti miglioramenti, il risultato si può dichiarare altamente soddisfacente, ed è legittimo il desiderio che l'istituzione dei sanatorii si diffonda, a beneficio dei tubercolosi d'ogni classe e d'ogni paese.
      Ma in qual modo i sanatorii esercitano un'azione così benefica? Che cosa sono essi?
      I sanatorii sono piccoli ospedali eretti in regioni preferibilmente elevate, ad aria pura, asciutta e tranquilla, circondati da giardini, e orientati, costrutti, ammobigliati secondo le esigenze più severe dell'igiene. Quivi i malati di petto vivono sempre all'aria libera; se il tempo è bello, in giardino; altrimenti in una galleria a vetri, aperta per lo meno da un lato. Se ne stanno immobili su di una sedia a sdrajo, con tutto il corpo ravvolto in coperte di lana, il capo e le spalle nell'ombra. Durante la notte, la finestra della camera dove dormono non viene mai chiusa del tutto. Fanno poco movimento, e quel poco è regolato con precisione dal medico. Quando migliorano, passeggiano in boschi ombrosi, e fanno moderati esercizi ginnastici. Se, invece, insorge la febbre, stanno a riposo assoluto. Evitano qualunque fatica fisica, intellettuale e morale.
      Queste buone condizioni di vita svegliano l'appetito, migliorano la digestione, moderano o tolgono la tosse, la febbre e i sudori, diminuiscono e facilitano l'espettorazione, conciliano il sonno.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134