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      Presentemente quasi dappertutto gli ospedali sono diventati insufficienti al bisogno, a cagione della quantità di letti occupati dai tisici; e questo inconveniente si fa sempre più grave a misura che, col fiorire dell'industria e col conseguente aumento del numero degli operai, cresce pure il numero dei tubercolosi. Negli ospedali parigini, e si potrebbe dire lo stesso di tutte le grandi città, i letti sono occupati per un quinto, e talora per un terzo, dai tisici. Nel 1895 nelle sale del Dott. Letulle, sopra 28544 giornate passatevi da malati d'ogni malattia, ben 11569, cioè più di un terzo, spettarono a tubercolosi. Nel 1893 il numero dei tisici ammessi negli ospedali parigini fu di circa 14 mila, e tale cifra continua gradatamente a crescere, con una media di 865 ammissioni di più ogni anno.
      Ecco, adunque, come gran parte d'ogni ospedale sia a servizio di malati cronici, i quali, mentre non ne traggono profitto per sè, essendo le condizioni in cui vi si trovano assai più atte a peggiorare il loro stato che a migliorarlo, danneggiano quei malati pei quali sarebbe indicata la cura nell'ospedale, impedendo la loro ammissione per la mancanza di letti disponibili.
      Contro la istituzione dei sanatorii alcuni sollevano l'obbiezione, che il concentramento in un sol luogo di molti tubercolosi possa costituire un potente focolaio d'infezione, atto a diffondere la sua azione malefica così nell'Istituto stesso, come nel paese che lo circonda. Non credo, però, che questa obbiezione possa aver valore per chi ha letto quanto ho esposto fin qui, e sa come il tubercoloso diventi all'atto innocuo quando, riguardo allo sputo, usi quelle precauzioni che tanto rigorosamente sono fatte osservare nei sanatorii.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134

   





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