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      Una bugia pietosa allora era, non che permessa, consigliata. Al presente, invece, essa avrebbe per risultato il danno di tutti: del paziente, che lascerebbe trascorrere un tempo prezioso per la cura, e saprebbe forse la verità soltanto quando ogni speranza di salvezza è perduta; della famiglia che, non usando delle volute precauzioni, si troverebbe continuamente esposta al contagio. Non riconoscendo per ignoranza o per negligenza la natura della malattia, o tacendo la verità, il medico manca alla sua missione, e tradisce la fiducia che i suoi clienti hanno riposto nella sua onestà e nella sua dottrina.
      I sanatorii, indispensabili per la guarigione della tubercolosi nelle persone appartenenti sia alla popolazione operaia, sia a quel ceto, forse più misero, che deve conservare certe apparenze d'agiatezza, quantunque le entrate, su cui può contare, non superino quelle di un operaio, e gli rendano impossibile l'accumulare risparmi, i sanatorii, dico, sono del pari indispensabili per la cura del ricco, che può, secondo il consiglio del medico, cambiar clima, nutrirsi abbondantemente, seguire quel regime di vita che meglio favorisca la guarigione?
      Risponderò riferendo l'opinione di due medici di grande competenza in argomento.
      Il Dott. F. Wolff in un opuscolo pubblicato proprio in questi giorni a Monaco, espone le norme per applicare nella clientela privata i metodi di trattamento usati nei sanatorii, e, da specialista qual è, impartisce una serie di preziosi consigli. Però, qual è la conclusione del suo lavoro?


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134

   





Dott Wolff Monaco