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      Le pareti delle camere s'incontrino ad angoli arrotondati, e siano verniciate ad olio o a smalto, oppure coperte da tappezzerie atte ad essere lavate e disinfettate. Pel pavimento si preferisca l'asfalto ricoperto di linoleo; è costoso e piuttosto freddo, ma senza fessure e facile a lavarsi. L'impiantito di legno ha il vantaggio di non esser freddo, ma presenta spesso delle fessure e richiede una frequente ripetizione della verniciatura.
      Le finestre, oltre all'essere fornite di vasistas, devono per mezzo di occhielli poter essere tenute stabilmente aperte o semiaperte. Esternamente siano protette da persiane (preferibilmente a rotolo), che servano a governare l'entrata della luce, dell'aria e del calore. Le porte e gli stipiti siano di legno piano, senza ornamenti.
      Nelle camere, pochi mobili. Un letto, con fusto di ferro, elastico d'acciaio, materasse di crine, buone coperte di lana, piumino per l'inverno. Dinanzi al letto si può permettere un tappetino, pel caso che il malato debba scendere rapidamente dal letto per qualche bisogno. Comodino di ferro con piano di vetro. Un piccolo armadio per ogni malato, a custodia degli abiti. Un tavolo, una sedia per ciascun malato, una boccia con bicchieri, una lampada, un candelliere; infine, un campanello elettrico e un portasciugamani a capo d'ogni letto.
      Per tener più pulite le camere giova che i malati, pur usando ciascuno della propria catinella, si lavino in una stanza speciale, ove potrà collocarsi anche una vasca da bagno, provvista di doccia.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134