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      1.
      Non v'è malattia che faccia più vittime della tubercolosi; in Italia essa uccide ogni anno più di 100 000 persone. I malati muojono di solito dopo un lunghissimo periodo di patimenti e di inabilità al lavoro; quindi nessuna malattia, quanto questa, impoverisce il popolo.
      2.
      La malattia colpisce il più delle volte i polmoni, dando la forma ben nota della tisi polmonare. Essa però può colpire anche altri organi, e specialmente le ghiandole linfatiche, le ossa, le articolazioni, la pelle, l'intestino, ecc., oppure intaccare successivamente parecchi organi, o anche diffondersi a tutto il corpo.
      3.
      La tubercolosi è una malattia propria tanto dell'uomo quanto di diverse specie animali, ed è prodotta da un microbo visibile soltanto col microscopio, dal bacillo tubercolare.
      È una malattia contagiosa, cioè non nasce mai spontaneamente nè nell'uomo, nè nell'animale, ma si trasmette al sano dal malato, per mezzo di alcuni dei materiali che questo elimina dal proprio corpo e che contengono i bacilli. Avvenuto il contagio, passano di solito parecchi mesi prima che si rendano palesi i sintomi della malattia.
      4.
      La malattia si trasmette ai sani sopratutto per due vie: per mezzo degli sputi delle persone tisiche, e per mezzo del latte delle vacche malate di tubercolosi.
      5.
      La trasmissione per lo sputo è la più importante, e può avere luogo sia con sputo ancora umido, sia con sputo disseccato, nel quale gli innumerevoli bacilli possono conservarsi vivi per parecchi mesi.
      A) Si ha la trasmissione per sputo umido quando questo viene spruzzato fuori dalla bocca in minutissime particelle dal malato che parla o tossisce, ovvero mediante i baci, o l'uso di posate, bicchieri, tovaglioli, fazzoletti, ecc., adoperati da un tisico, od anche mediante oggetti, massime sostanze alimentari, toccate da questo colle mani che spesso sono insudiciate di sputo.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134

   





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