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      Si veda da ciò quanto siano lontani dal vero quegli scrittori, specialmente tedeschi, che attribuiscono ad un illustre patologo tedesco, al Cohnheim, il merito di avere confermato con esperienze superiori alla critica i risultati del Villemin. Al contrario, il Cohnheim in un lavoro pubblicato col dott. Fränkel nell'ottobre 1868 era giunto alla conclusione, che la tubercolosi sperimentale non si deve ad un virus specifico, perchè essa può esser prodotta da qualunque pus vecchio e inspessito; e fu soltanto nel 1877 che con nuove esperienze, fatte col dott. Salomonsen e condotte con maggiori precauzioni delle precedenti, riconobbe che la tubercolosi è di natura infettiva e la sua comparsa preceduta da uno stadio di incubazione.
      Del resto, tutto ciò è d'importanza secondaria; sono i lavori del Villemin che hanno messo la scienza nella via nuova in cui ha progredito con tanto frutto. Lo riconosce lo stesso Cohnheim, il quale in uno scritto pubblicato nel 1879 e ripubblicato nel 1881, cioè qualche anno prima della scoperta fatta da Koch dei bacilli tubercolari, così si esprimeva: «... Poichè appunto in quel tempo ebbe luogo in Francia quella scoperta dalla quale, se mal non m'appongo, lo storico della tubercolosi daterà non soltanto un progresso incomparabile, ma una completa rivoluzione delle nostre idee su questo argomento. Infatti poche sono le scoperte che tanto hanno colpito la mente dei medici quanto la dimostrazione fatta dal Villemin dell'inoculabilità della tubercolosi.»
      (4) Fra le diverse sputacchiere sono da preferire quelle di porcellana o di metallo smaltato, foggiate a scodella.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134

   





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