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      Può egli altresí istituirsi alcun paragone tra il modo sí facile di conservare il materiale e le armi nella pace, dove in gran copia sono i depositi, e la rovina sí subitanea che trae seco la guerra, cosí di uomini come di cose, e il piú delle volte in tai luoghi dove non v'ha alcun mezzo da racconciare o rifare quel che si guasta o consuma? Di che arte finissima, di che intelligenza, di che energia non han d'uopo gli uffiziali di artiglieria e quelli del genio a fin di eseguire opere di grande importanza, quantunque la storia sdegni di tramandarle alla posteritá? Riporre si debbono in questo novero la ricomposizione e il trasporto di un parco di assedio, la creazione di un trinceramento o di una piazza momentanea. In quanto agli ordini, molta è pure la differenza che corre tra i movimenti di poca truppa operati in piccioli spazi onde piegarsi e spiegarsi o mutare la fronte, in un terreno sicuro dove spessissimo ogni arma si esercita separatamente, senza combinazioni fortuite ovvero ostacoli naturali, e quel che piú vale, senza nemici a fronte; e le grandi operazioni della tattica le quali preparano e seguono quelle grandi tragedie chiamate "battaglie", a cui tiene la sorte degl'imperi e che dir si potrebbero i punti trigonometrici della storia la quale riempie i vuoti. Quivi le differenti arme delle quali un esercito si compone debbono combinarsi in tal modo che tutte concorrano a quello scopo che il capitano si prefigge, e sovente in luoghi non conosciuti e di natura sí varia che malagevole riesca l'applicazione di quegli esercizi medesimi fatti durante la pace.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361