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      Le quali quistioni serviranno di conclusione, perché dimostrano la nostra primitiva asserzione, la quale andremo successivamente svolgendo negli altri nostri discorsi cosí pel medio evo come pe' secoli seguenti.
      Esaminando le societá incivilite dell'antichitá, troviamo nella loro filosofia e legislazione la pruova compiuta del grado eminente cui erano pervenute le scienze morali, le quali tanto contribuivano a formare gli uomini e dirigerli ad uno scopo di sociale utilitá. Ecco perché gli uomini che componevano le falangi e le legioni avevano indubitatamente una gran superioritá sopra quella moltitudine di che si compongon gli eserciti delle moderne nazioni. Perciò tutto quello che riguarda la disciplina e la forza morale degli eserciti greci e romani eccita non solo la nostra ammirazione, ma sovente ci sembra un fenomeno inesplicabile, se pure non si vuole ammettere una degradazione nella specie umana. Or quest'alta disciplina non era solo fondata su metodi meccanici, buoni senza dubbio ed indispensabili, ma essa risultava altresí dall'azione sull'intelligenza e la volontá umana, richiedendosi dal soldato antico non la limitata cooperazione che l'ubbidienza inspira, ma quella piú elevata, piú compiuta, piú feconda per sua natura di grandi effetti, perché spontanea. Di ciò fanno fede le concioni degli antichi e tutta la loro legislazione militare, che mirava ad infervorare la mente delle persone senza che il disordine s'introducesse nelle schiere.
      Da questo adunque possiamo inferire che gli uomini degli eserciti vetusti erano superiori agli uomini degli eserciti moderni, benché questi, a dir vero, migliorino a misura che negli Stati si adotta la massima che il servizio militare è un dovere di tutti temporaneamente.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361

   





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