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      Questa prima riunione di italiani dopo l'invasione de' barbari ci fa ricercare con ansietá che cosa fossero le loro armi e i loro ordini, giacché abbiamo veduto come gli uomini si scegliessero. Gli storici contemporanei dicono che un elmo, uno scudo, con braccialetti e cosciali, erano le armi difensive delle milizie delle cittá lombarde, e le armi offensive una spada larga e tagliente. Solo qualche corpo di alabardieri e di arcieri erano eccezioni e non regola. Quest'armamento non comportava nessun ordine tattico da piegarsi ad ogni variazione della guerra, ma tutta affidava la riuscita al valore individuale, il quale aveva una direzione nel dover difendere il carroccio, che era il mistico e sacro simbolo della vittoria e della patria. Gli eserciti di Federico, al dire degli storici, non differivano dagli eserciti italiani, tanto piú che si osserva che le genti d'arme tedesche non erano né numerose né perfezionate ne' loro metodi come lo furono dipoi. Ed infatti da un illustre storico di quel tempo è attribuito a questo perfezionamento delle genti di arme alemanne la superioritá ch'ebbero sugli abitanti delle cittá italiane; il che con altre cagioni produsse la successiva conquista degli italiani o per gli stranieri o pei condottieri, e divennero perciò alcuni di essi signori del luogo, come lo Sforza di Milano.
      Le crociate considerate come imprese comuni dell'Europa, mosse da un principio e tendenti ad uno scopo comune, fanno presentire al tempo stesso che il potere sociale si concentrava nelle nazioni, che delle relazioni si stabilivano tra esse e che in conseguenza masse numerose dovevano essere guidate in lontane regioni per compiere l'oggetto che avevasi in mira.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361

   





Federico Sforza Milano Europa