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      Ma benché sembri piú naturale e piú ragionevole che la tattica, meno sublime nei suoi metodi, dovesse progredire prima della strategia, pur nondimeno il contrario è provato dall'istoria militare. Ed acuta quanto profonda troviamo l'osservazione di un uffiziale sapiente, vogliam dire del general Pelet, cioè non essere anche oggidí la tattica in armonia con la strategia, anzi dover fare assai progressi per livellarsi con quelli da questa fatti.
      Con estrema diffidenza osiam proporre una spiegazione di questo fenomeno, e diremo, se cosí possiamo esprimerci, che la strategia, come tutto ciò ch'è generale nello scibile, si rivela piú facilmente al genio, qualunque sia lo stato della societá, mentre che la tattica, piú metodica e piú artistica, ha bisogno di piú condizioni prese nello stato generale della societá per fissarsi. Osiam ancor dire che in un'epoca poco inoltrata in civiltá si ritrovano uomini superiori che giungono con la forza del loro genio a penetrare le grandi leggi della natura, ma non a ridurle a metodo. I filosofi sono piú antichi della filosofia, i gran poeti della poetica ed i legislatori dei giureconsulti, come i capitani degl'ispettori. Del resto abbiamo veduto dall'incertezza degli ordini che produceva quella delle armi, che tattica non ve n'era, e non ostante accurate ricerche, noi non possiamo citare nelle battaglie di quell'epoca nessuna di quelle finezze dell'arte che restano modelli in tutt'i tempi per gl'imitatori illuminati(7), come osservammo per le operazioni generali tra le quali citammo la guerra del gran capitano Gonsalvo di Cordova sulle rive del Garigliano.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361

   





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