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      La cavalleria non cambiò d'armi, ma la sua proporzione coll'infanteria, che nel primo periodo non fu mai meno della metá e sovente la eguagliò, discese nel secondo alla quarta parte e meno ancora ne' paesi montuosi. L'artiglieria, attesa l'importanza che acquistava il fuoco nelle battaglie, crebbe di proporzione e guadagnò di mobilitá per materiale e per sistema di costruzione piú scientifico. Ma nel secondo periodo quest'arma migliorò di molto per le innovazioni che subí da' francesi, adottate generalmente da tutte le nazioni europee, tranne le slave e le musulmane presso le quali restò sempre la cavalleria arma principale.
      Le ordinanze in conseguenza della modificazione delle armi vennero a cangiarsi. Nella fanteria la profonditá variò da cinque a tre: l'organizzazione de' battaglioni, delle compagnie, de' reggimenti, sottoponendosi ad un calcolo ragionato, stabilito sulla quantitá di azione che chi comanda e dirige può avere sui comandati e diretti, divenne piú regolare. Questa teorica stabilita sulle forze della natura serví di base a determinare le proporzioni tra i quadri e le masse. Le diverse modificazioni alla composizione de' corpi succedutesi rapidamente fanno scorgere che tali proporzioni, non arbitrarie ma fondate sulla natura delle cose, anziché essere ritrovate si cercavano ancora col calcolo e coll'esperienza. Finalmente l'uso di una militare divisa uniforme distinse i guerrieri dal resto dei cittadini e rese compiuta agli occhi di tutti la costituzione dell'esercito.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361