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      L'Italia sempre sí ricca di gran capitani, che prestava agli stranieri non potendo servirsene per se medesima, non ebbe in questo secolo che il principe Eugenio di Savoia, il quale pur finí di fiorire nei primi anni del secolo. L'esercito piemontese combattette assai bene nella guerra di successione e conservò le tradizioni del valore italiano, ma nessun capitano oltre quel famoso che abbiam nominato poté fornire alla storia. Buone istituzioni poi fecer sí che dopo quarantotto anni di pace ricomparisse con onore alla guerra.
      Nella penisola iberica nei soli soldati gli elementi eran buoni, il resto era stazionario o retrogrado, talché si cercavano dei capitani fra gli stranieri e massime nel nord dell'Europa, e sovente erano stranieri persino i semplici istruttori; fatto che rivelava lo stato di decadenza militare in che si trovavano quelle contrade sí bellicose altra volta.
      La guerra fra le colonie americane e la madre patria non poteva per le sue circostanze particolari essere giudicata coi soli principi dell'arte. Gl'inglesi sostennero la riputazione che aveano acquistata a Fontenoy e nella guerra de' sette anni. Gages, Cornwallis e Clinton erano uomini di secondo ordine, almeno tali si mostrarono in America. Washington senza essere un genio aveva compreso lo spirito di quella guerra. Il sistema di difensiva da lui adottato nel Delaware dimostrò in lui al sommo grado quella qualitá sí feconda in risultamenti, la fermezza cioè nelle idee concepite malgrado gli ostacoli d'ogni maniera che se gli opponevano.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361

   





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