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      Il disordinamento che la rivoluzione produsse negli eserciti francesi per l'emigrazione degli uffiziali e per l'indisciplinatezza dei soldati, dovette far sorgere il bisogno di un'applicazione della tattica che corrispondesse agli elementi di cui si componeva la forza pubblica in quello Stato e in quell'epoca. Il problema da risolversi consisteva nel determinare come potesse opporsi con buon successo un esercito composto di antichi soldati non agguerriti e di nuovi non istruiti a truppe istruite e agguerrite. La flessibilitá dell'ordinanza del 1791 permise di adottare un sistema che risolvette il problema enunciato. Il metodo fu il seguente. Si facea cominciare il combattimento da una massa di bersaglieri superiore di molto alla consueta, per modo che vi s'impiegavano battaglioni interi. Questi, abbandonati al loro coraggio ed alla loro intelligenza individuale, riconoscevano la parte debole della posizione nemica, penetravano negl'intervalli, attiravano l'attenzione della fanteria e profittando del terreno operavano contro l'artiglieria con un fuoco di moschetteria esatto e continuo. Cosí operando coprivano i movimenti delle masse, le quali formate in ordine di colonna per battaglioni o per reggimenti, protette dall'artiglieria di campagna e sostenute dalla cavalleria, caricavano le posizioni nemiche e si spiegavano dopo averne preso possesso. La romana legione si vide ristaurata nella formazione delle divisioni, le quali composte di tutte le arme, potevano isolatamente operare in tutti i casi.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361

   





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