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      Ora dobbiamo far conoscere nelle stesse proporzioni come la guerra aveva modificato lo stato sociale in generale e quello delle nazioni diverse.
      Una guerra non lascia mai alla fine di essa le nazioni nello stato in cui erano nell'epoca che la precedette
      . Tali sono le parole dell'illustre Burke; riflessione profonda che rivela l'importanza che quel grand'uomo accordava a queste lotte e la loro influenza sulle societá che ne venivano agitate, e questa opinione conferma il punto di veduta che ci siamo debolmente sforzati di mettere in luce nell'insieme di questo nostro lavoro. E pure il Burke parlava delle guerre parziali fatte per interessi secondari e menate a fine coi metodi ed i mezzi ordinari degli Stati. Ma che diremo di una guerra che ha durato un quarto di secolo, nella quale tutte le nazioni han preso parte, di cui tutte le contrade sono state il teatro ed alla quale tutti gl'individui sono intervenuti come attori o spettatori o vittime, mentre non era né per una frontiera né per un dritto commerciale che le masse si urtavano, ma per la propria esistenza e per tutti i grandi interessi che dominano l'umanitá? I caratteri generali che risultano da questa lunga fusione de' popoli con modificazioni locali e con tendenza comune possono ridursi ai seguenti:
      1. Tendenza alla fusione delle diverse classi della societá.
      2. Maggiore energia nel potere, disponendo di maggiori mezzi, ed accrescimento corrispondente dei bisogni del potere sotto l'aspetto amministrativo, militare ed in conseguenza finanziere.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361

   





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