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      L'impero austriaco aveva còlto il frutto della sua perseveranza, della soliditá del suo esercito e del patriottismo de' suoi popoli, riprendendo tutto il perduto per la guerra e conservando i compensi di Campoformio e la Galizia.
      La Russia che aveva avuto il raro vantaggio di combattere tutta l'Europa nel terreno che meglio le conveniva, nel 1812, ricevette una forte impulsione da questa campagna, e nella sua reazione dominò nel mezzogiorno, nel settentrione e nell'oriente, ricca di nuovi acquisti sul Baltico, sulla Vistola, sul Fasi e sul Pruth; crebbe di forza materiale e morale e di ricchezza con lo sbocco ch'ebbero i suoi prodotti nell'Europa; eserciti numerosi, agguerriti e pazienti assicuravano la sua potenza; e diede una nuova pruova che gli uomini come le nazioni ignorano le loro forze se queste non sono eccitate, mentre Carlo decimosecondo e Napoleone hanno fatto conoscere alla Russia le risorse che aveva per difendersi dalle loro aggressioni.
      La Scandinavia prese, benché tardi, parte alla guerra europea, ma in senso opposto. La Danimarca perdé la sua marina e perdette ancor la Norvegia che passò sotto il dominio del sovrano della Svezia. Quest'ultima con cedere le sue possessioni di Germania restò isolata per cosí dire dal continente europeo.
      La Porta ottomana avea respirato durante la lunga guerra europea che avea distratto i suoi nemici naturali: la pace di Bukarest nel 1812 e lo spirito pacifico dell'Europa la garantivano contro attacchi esterni, ma l'invasione francese aveva rotto i suoi deboli legami con l'Egitto, e i suoi sudditi greci arricchiti dal commercio sentivano quanto vi era di doloroso e di umiliante nella loro posizione e minacciavano una insurrezione.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361

   





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