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      Inventata la baionetta inastata era mestieri di tentare, se fosse stato possibile, la creazione di un ordine solo che simultaneamente nella medesima circostanza ed atto potesse soddisfare ai bisogni del fucile come arma da fuoco e come arma da mano; cioè che nei fuochi tutti gli armati potessero tirare, e tutti stringersi e raccogliersi nei combattimenti da mano per mutuamente difendersi, per urtare gagliardemente o resistere ad urti gagliardi.
      Perché tutti possano tirare simultaneamente è evidente che la profonditá non possa oltrepassare la lunghezza del fucile(72); perché possano urtar gagliardemente, resistere agli urti e far fronte da per tutto validamente, egli è del pari evidente che debba accrescersi la profonditá e per tal modo privarsi della piú gran parte dei fuochi. Non è meno evidente che i proietti delle grandi armi avranno smodato effetto sulle agglomerazioni profonde, molto tenue negli ordini distesi.
      Il voler dunque con un'arma mista come il fucile a baionetta un solo ed unico ordine è lo stesso che il voler insieme due cose che mutuamente si escludono.
      Esposto il problema nei termini rigorosi: - Ordine disteso ovvero ordine profondo? - egli era impossibile di risolverlo. Né poteva altramente rispondervisi che mercé una distinzione cosí espressa: - Per li fuochi e contro i fuochi, ordine disteso; per lo combattimento di arma bianca e per la facilitá dei movimenti, ordine profondo.
      Or non potendo per le addotte ragioni render misti gli ordini o mescere armi di diversa natura nel medesimo ordine, ed essendo il fucile un'arma mista che in sé comprende gli elementi dei due modi di combattimento, i quali esigono necessariamente due diversi ed opposti ordini, non rimaneva altra via per giugnere al loro perfezionamento se non che di piegarli con modi pronti, facili e sicuri a passare da quello necessario ai fuochi a quello necessario alla baionetta ed a fare che potessero rapidamente ed agevolmente cambiarsi e succedersi.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361