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      Non sembra dunque che le ultime generazioni abbiano inutilmente per la scienza vissuto sui campi. Esse perfezionarono sin dove era possibile gl'istrumenti di guerra giá in uso, perfezionarono i metodi esistenti nelle evoluzioni e subordinarono queste ai grandi movimenti, dei quali accrebbero la celeritá, l'accordo e l'esattezza, trassero dalla parte piú pura della societá l'uomo di guerra, dichiararono obbligo alterno e non privilegio il servire la patria, e sciolsero il problema di moltiplicar quasi illimitatamente i combattenti senza che gli ordini perdessero né la loro celeritá né l'accordo né la disciplina.
      Il gran Turenna confessava di sentirsi oppresso nel maneggiar un corpo di cinquantamila uomini.
      E come si spiegherebbero e gli eserciti in un lampo raccolti e mossi(92), e l'ardimento dei concepimenti, e l'esecuzione pronta e sicura(93) a traverso aspri monti, vasti spazi, larghi fiumi indomati? E come si spiegherebbero i regni abbattuti, gli eserciti disfatti, l'Europa percorsa nel volger breve di due o tre mesi, e questi regni risorti a nuova gloria(94) e a nuova potenza analogamente ordinandosi, ove a tanto non si fosse elevata la perfezione dei metodi in ogni arma speciale e nello insieme dei grandi eserciti?
      Non vi ha dubbio che tutto esisteva anche prima, ma tutto esisteva confusamente ed in germi sterili e quasi inoperosi. Che cosa mai puň dirsi nuova sotto il sole? Ma il genio, la meditazione, la perseveranza dell'etá nostra fecondarono questi germi e ne raccolsero frutti ubertosissimi.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361

   





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