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      § 58. Progredendo però le cognizioni astronomiche, si avvidero i Romani dei vantaggi che si avrebbero ottenuti facendo corrispondere il corso dei mesi con quello del sole nei segni del Zodiaco; o, in altri termini, mettendo l'anno civile in armonia coll'anno solare. L'anno civile di 355 giorni, infatti, era più breve di dieci giorni e di alcune ore, che l'anno solare.
      Per ovviare a tale sconcio, s'immaginò di raddoppiare questo numero di giorni, e di farne un mese intercalare di ventidue giorni che, per una strana bizzarria, ogni due anni introducevasi tra il 23 ed il 24 di febbraio. Questo mese avventizio che, ad ogni biennio, tagliava in due il miserrimo febbraio, fu detto Mercedonius, Merkedonius, o Merkedinus.
      Ma, per istabilire l'accordo tra l'anno civile e l'anno astronomico, cotesto piccolo mese non avrebbe dovuto avere che vent'un giorni e talvolta anche solo venti. Essendogliesene dati ventidue e più, ne venne una prolungazione dell'anno civile che, coll'accumularsi dei biennii, creò un nuovo gravissimo disordine; fu conceduto quindi ai pontefici l'arbitrio di accrescere o diminuire, secondochè stimassero opportuno, il povero Mercedonio. Ma i pontefici si servirono di questo potere nel loro proprio tornaconto od in quello dei loro aderenti o a danno dei loro nemici ed avversari. Essi allungavano od abbreviavano Mercedonio a misura che a loro talentava che uno durasse più o meno in una magistratura, a seconda che dovevano riscuotere o pagare somme, ecc.; talchè il rimedio divenne bentosto peggiore del male, a cui con siffatto ripiego si voleva ovviare.


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Manuale di antichità romane
di Gerolamo Boccardo
1861 pagine 60

   





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