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      «E se non vi ribellate, meglio per voi; ma nè pur così avrete pace. Inciteremo le discordie intestine, le nimicizie e gelosie locali. Agli assassini, che pagheranno l'indulto, saremo larghi di perdono, purchè le mani di quei Caini sian rosse del sangue dei fratelli. Per maggior sicurtà, v'inibiremo, a pena l'ultimo supplicio, ogni sorta d'arme, archibugi, pistole, stili, ed anco qualsiasi ferro acuminato; eccettuati però i Corsi che strazio di Corsi avran fatto. Ci son noti i rescritti degl'imperatori romani, e le decisioni arbitrarie dei re di Francia(1). La gente dabbene anderà inerme, i facinorosi avranno l'armi, perchè contino la tassa in denaro effettivo, da gonfiarci le tasche. Barattieri e rivenduglioli, non ci lusinga il finire alla Mala-Paga.
      «E se a tutelar le famiglie, e a ributtare i birrovieri, correrete all'armi, a dispetto degli editti, ribelli che siete, meglio così! Fattasi omicidiaria per necessità, la gente onesta confonderassi in uno coi scellerati. L'isola pullulerà di banditi. Non si potrà trascorrere da un paese all'altro, senza rischio della vita. L'orzo e il frumento marciranno pria d'esser mietuti. La vendetta, segugio del Doge, vi stritolerà l'ossa nelle mascelle arrabbiate; ne avrà da noi guiderdone, con nuovi indulti a contanti, i quali ingrosseranno sempre più la cassa del Banco di San-Giorgio; e il conio della Zecca fia suggello di giustizia.
      «E che? volevate reggervi da per voi, ordinare le vostre vedute, come le chiamate, che altro non sono se non adunanze tumultuose, per istituire modi di governo accetti alla canaglia, e nominare, per propugnarli, i peggio faziosi.


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La battaglia di Calenzana
di Pietro-Napoleone Bonaparte
1865 pagine 41

   





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