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      Eh via! che non avrete il governo nè anche dei vostri villaggi. Per noi saranno aboliti i vostri così detti padri del comune, come già abbiamo soppresso i vostri caporali; ovvero, da magnanimi padroni, gli lasceremo il titolo, senza il menomo esercizio della carica. Un bagarino, un trescone della Riviera, che sappia abbacare, è più che bastante a comporre i vostri paesacci.
      «D'ogni cosa avrete difetto, perchè togliendovi tutto, non vi lasceremo usar di nulla, e nè pure della salina che imbianca le vostre spiagge. Chi non sarà contento, impeso per un piede alla trave ad hoc, sporgente dalla ringhiera di Palazzo, alla Bastia, spirerà tra i tormenti. E quando ci piaccia spaventarvi, e dar carriera al fertile ingegno dei nostri carnefici; presi i ribelli, gli faremo un buco nella pancia, vi addatteremo un imbuto, e per quell'imbuto introducendo tutte le vespi d'un vespaio, ricuciremo l'apertura; e sarà rimedio che vi guarisca da tanti conati per ammunitarvi(2).»
      Un tal diabolico proposito, tenuto conto dei luoghi e dei tempi, è quello di tutte le tirannie estranie; e fu applicato senza pietà. In questo mondo, la Corsica divenne un'imagine dell'inferno. Uccisioni, dinuncie, tradimenti per cupidigia, e mille altre miserie, aggravarono la povertà e la fame. La carestia, la peste, la rabbia delle bestie dipopolarono il paese; e nondimeno, l'amor di patria, l'ospitalità, il coraggio, l'operosità (checchè ne dicano coloro che di tutto ciarlano, senza saper di nulla), operosità meritevolissima in quel clima, e per l'asprezza del suolo, non cessarono d'essere il pregio inalterabile dei nostri bravi isolani.


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La battaglia di Calenzana
di Pietro-Napoleone Bonaparte
1865 pagine 41

   





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