Pagina (29/41)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      I pochi uomini d'arme che scampatiAll'eccidio dei lor commilitoni,
      Fuggono tracollando nei macchioni,
      Senza governo, trepidi e sviati,
      Fanno, tra i mirti e l'eriche fronzute(23),
      Gravi caduteDelle verdi colline in sul pendio.
      Più d'un sotto al caval pigro stramazza;
      E palesato vien dal tintinnioChe atterrandosi fanno elmo e corazza.
      Guidati dallo strepito, i pastoriCorrono a slascio a far le lor vendette;
      E con assiduo martellar d'accette,
      Aprono gli elmi ai liguri signori;
      E luridi di sangue e di cervella,
      Sulle coltellaConficcan, spaventevoli trofei!
      I capi di quei nobili recisi;
      E son ludibrio agli asperi plebeiLe peste fronti e i schiaffeggiati visi.
      Soppravviene Ceccaldi, a quella riaUccisïon pon fine, e dà quartiere
      Ai vinti; ma, in quell'attimo, lo fereIl piombo d'un soldato che fuggia.
      Il general precipita di sella;
      E giunto in quella,
      Il maggior nerbo delle corse genti,
      Piene d'angoscia, intorno a lui si stringe,
      Tralasciato il rincalzo dei fuggenti;
      Ma con queste parole ei le rispinge:
      «Seguite la vittoria. I nostri liti
      «Più non sian preda d'avidi ladroni.
      «Quando tutti saran morti o prigioni,
      «Tornerete a soccorrerei feriti(24).
      «I figliuoli dell'aquila pugnaci,
      «Visti i rapaci
      «Corvi gracchianti sui nevosi fianchi
      «Dei monti, approssimarsi all'alto nido,
      «Volano a battagliar, nè son mai stanchi.
      «Imitateli, bravi, in voi m'affido.»
      Lepre inseguita da bramosa cagna
      È men veloce, ed un pennuto dardo,
      Scoccato da balestra, appar più tardoDel piè dei Corsi, usati alla montagna.
      Così, slacciati, avventansi i segugi,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La battaglia di Calenzana
di Pietro-Napoleone Bonaparte
1865 pagine 41

   





Ceccaldi Corsi