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      (15) Ecco precisamente le parole di Ceccaldi, secondo Cambiagi, storico genovese:
      «Bravi compatriotti, eccovili dinanzi gli autori della strage dei vostri fratelli, delle vostre donne e dei vostri figliuoli; coloro che hanno tirato a sorte il nostro paese. Oh! quante volte avete pregato Iddio vi favorisse il destro di vendicarvi. Adesso ci ha esauditi, i nemici son qui. Credono sterminarci, perchè son molti a confronto di noi; ma ricordatevi degl'innumerevoli scherani di Genova ammazzati dai nostri padri. Tutti farete il dover vostro. I Corsi ardimentosi si destano, e insorgono. Tenete a mente che non ci basta di morir per la patria, e che bisogna vincere, acciò ch'ella viva.»
      (16) I muri a secco, cioè di sassi commessi senza calcina, sono le chiusure usate d'ordinario in Corsica. Hanno da tre a cinque palmi d'altezza, e talvolta s'assiepano in cima, con fascine di marruche, assicurate sotto grosse pietre, che diconsi impancole. Spesse fiate, tennero luogo mirabilmente di ripari campali. La facilità di rimuoverne i materiali acconsente trasmutarli speditamente in opere ad angoli fiancheggiati.
      (17) Prima della riunione alla Francia, quasi tutte le case in Corsica aveano, ed anche al giorno d'oggi, molte hanno le loro feritoie, o archibusiere, che diconsi archere, e per parlar toscano, archiere, ossia arciere.
      (18) «I Genovesi e gli ausiliari si fanno innanzi da tutti i lati, con innumerevoli scariche.» Così Cambiagi.
      (19) Ecco come uno scrittore inglese, contemporaneo, racconta questa memoranda particolarità:


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La battaglia di Calenzana
di Pietro-Napoleone Bonaparte
1865 pagine 41

   





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