Due nemici terribili si erano elevati contro di lui, due santi, due uomini pieni d'ardore e di convinzione. L'uno, Norberto, era morto nel 1134; ma l'altro, Bernardo, viveva; ed era il più potente uomo della Cristianità. Abelardo, invitato, fatto invitare da lui ad emendare il suo insegnamento, a ritrattare gli errori suoi, aveva finito col chiedere all'arcivescovo di Sens un concilio, a patto che Bernardo vi venisse in persona a discutere con lui. E il concilio fu tenuto la Pentecoste del 1140.
     
     
     
     
      IV.
     
      Ora noi i quali sappiamo che Arnaldo fu scolare di Abelardo, sappiamo altresí, che l'accompagnò al Concilio di Sens(4). Non v'aprí bocca, come restò muto il maestro, che, qualunque ne fosse la ragione, dopo avere desiderato molto di affrontarsi con Bernardo, non rispose alle accuse di lui, s'appellò al papa e fuggí. Ma, di certo, né era quella la prima volta, che Arnaldo andava in Francia, né v'era rimasto dalla prima volta che v'era andato sin'allora. Quando, adunque, v'era andato la prima volta? Bisognava che fosse scorso del tempo, perché la fama di Abelardo valicasse le Alpi, e bisognava che fosse diventata pur grande, perché cosí Arnaldo come molti altri movessero d'Italia e da Roma stessa ad ascoltarlo. E si può credere che i casi lagrimevoli dell'amante di Eloisa non fossero senza efficacia sulla gloria del teologo, e crescessero l'attrattiva della persona di lui. Sicché non già quando egli insegnò a Melun, a Corbeil, a Laon, o la prima volta a Parigi, è probabile che Arnaldo andasse a imparare da lui, bensì, quando, già condannato dal Concilio di Soissons, riaprí nel 1122 o giù di li la scuola al Paracleto.