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      Nato di parenti estremamente poveri, nel convento a cui andava per l'elemosina, si vestí monaco e ne divenne abate. Venuto a Roma per trattare di affari della sua corporazione, piacque tanto a Eugenio che ne fu fatto cardinale. Mandato a evangelizzare la Norvegia, ne tornò poco prima che Eugenio morisse, e fu eletto Papa. Non era senza attrattiva sulle menti popolane questo spettacolo di fortuna, che solo il sacerdozio era in grado di mostrare in quelli che vi si ascrivevano. In un tempo in cui s'era ogni cosa per la nascita, solo il sacerdote poteva, senza la nascita, salire piú alto di tutti e di tutto. Uomini così fatti, i quali hanno molto ottenuto da sé, sogliono pretendere molto dagli altri, né davanti agli ostacoli indietreggiare.
      Che la lunga dimora di Eugenio prima e di Anastasio in Roma non vi avesse spento le discordie e le parti, si potrebbe indovinare senza saperlo; ma sul principio del pontificato di Adriano IV, mentre egli era tuttora in Roma, occorse un caso che lo dimostrò. Il Cardinale di Santa Pudenziana, nell'andare da lui ch'era al Vaticano, s'incontrò in alcuni tumultuanti, e ne fu ferito d'un sasso a morte. Il fierissimo Papa fulminò contro Roma l'interdetto, non tralasciando nessun amminicolo del terribile rito. Era la prima volta che un Papa ne colpisse Roma. Più nessuna cerimonia religiosa; più nessuna preghiera pubblica; chiuse le chiese; le strade silenziose non più percorse da processioni né gli animi rasserenati da' canti de' sacerdoti. Era muta Roma e sgomenta.


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Arnaldo da Brescia
di Ruggero Bonghi
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