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      L'altro errore, invece, circa al battesimo, sarebbe una deduzione di una dottrina attribuita ad Abelardo, che per effetto del peccato di Adamo noi nasciamo soggetti alla pena, non alla colpa del peccato; il che se fosse vero, il battesimo non cancellerebbe nei bambini nessuna colpa; anzi, il peccato originale stesso verrebbe negato. Eppure in questo è la fonte di tutto il peccare umano!
      Se non che qui entriamo nella quistione toccata sopra, cioè se Arnaldo entrasse nelle opinioni teologiche di Abelardo, le quali Bernardo accusò non solo di quei due errori, ma d'altri diciassette. Ho detto, che a parer mio, c'entrava; il che non gl'impediva di averne altre propriamente sue su diverse materie. Però non metterebbe conto l'andarne discutendo e disputando. Senza dire che Abelardo negava che di quegli errori egli fosse incolpato a ragione, non sarebbe ora possibile prendere nessun interesse a sottigliezze che è già malagevole intendere, e che affinano bensì l'intelletto, ma non l'aiutano neanche a penetrare davvero nel soggetto, anzi, lo confondono piuttosto e lo stancano. Io son persuaso che ad Arnaldo andavano a genio così come al suo maestro e come a ogni alto ingegno del suo tempo. Bernardo di Chiaravalle non era uomo men pratico di quello che fosse Arnaldo, quantunque stesse in un campo opposto; e pure sentiva la necessità ed aveva il gusto, quantunque se ne scusasse(34), di seguire e intendere tutte le curiose ricerche, a cui si davano le migliori menti contemporanee per formarsi un concetto razionale dei dommi, e convertire in una scienza serrata e dedotta tutta l'informazione morale e intellettuale trasmessa dall'antichità pagana e cristiana.


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Arnaldo da Brescia
di Ruggero Bonghi
pagine 61

   





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