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      Questi, in breve, i casi principali e le vicende dell'uomo; riassumiamo ora in breve ed a gran tratti il concetto politico e l'indirizzo del ministro e i meravigliosi effetti ottenuti.
      IX.
      I casi del quarantotto avevano lasciata l'Italia stremata di forze, ma accresciuta di riputazione. Il partito liberale v'era stato bensì sopraffatto da capo, ma cogli sforzi dei due più potenti Stati militari d'Europa; ed aveva sentito come sarebbe dipeso da esso stesso, quando non si fosse dissoluto e scisso in se medesimo, se non di vincere, almeno di cadere dopo più fiera battaglia. Il Piemonte, che aveva preso la difesa aperta ed ufficiale dell'indipendenza d'Italia, era riuscito dalla rotta di Novara, diminuito di gloria militare, fiaccato nelle sue forze, esausto nelle sue finanze, deserto d'alleati, lacerato dagl'interni partiti, con un giovane Re, la cui grandezza e lealtà d'animo non erano ancor note, ed a cui dai nemici della monarchia non era risparmiata nessuna calunnia, come dagli uomini del reggimento assoluto non era risparmiato nessun consiglio. Ma la dinastia di Savoia aveva chiaramente asserita avanti all'Italia e all'Europa l'alta sua ambizione; e gl'Italiani avevano potuto vedere al fatto, come il Piemonte solo avesse quella forza ordinata, la quale, se aveva perso, aveva però pur potuto combattere e ritentare le grandi battaglie; una forza ordinata intorno a cui le forze vive dei partiti liberali e popolari delle varie parti della penisola si sarebbero potute, in un caso, aggruppare.


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Camillo Benso di Cavour
di Ruggero Bonghi
1924 pagine 116

   





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