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      E se ciò era vero pel passato, sarà sempre più vero ora, lo sarà maggiormente nell'avvenire; poichè, o signori, il mondo morale è sottoposto a leggi analoghe a quelle del mondo fisico; l'attrazione sta in ragione delle masse; e quanto più l'Italia è forte e compatta, e tanto più l'attrazione che essa esercita sulla Venezia sarà potente e irresistibile!
      Del resto, o signori, questa verità è già stata riconosciuta e quasi proclamata dal Governo di Vienna stesso.
      A Villafranca l'imperatore d'Austria, io non lo pongo in dubbio, aveva il sincero desiderio d'introdurre nel Veneto un sistema di conciliazione, di vedere se con favori poteva riunire moralmente quella provincia all'impero. Lo tentò per qualche tempo, ma non tardò a riconoscere che egli seguiva una falsa via, e ritornò al sistema della compressione; ed io di ciò non voglio qui muovere rimprovero: ammesso che l'impero intenda conservare la Venezia, una fatalità irresistibile lo strascina a mantenere il sistema di compressione e di rigore
      .
      Queste sue persuasioni, il Cavour manifestò da capo e chiarì ne' splendidi discorsi detti il 25 marzo di questo anno nell'Assemblea dei Deputati, e il 5 aprile nel Senato; quando, nella prima, dal deputato Audinot, nella seconda dal deputato Vacca, fu interpellato, lui provocante, sulla questione romana. Anzi volle che le due Assemblee dichiarassero, come Roma debba essere la capitale d'Italia, e come a Roma gl'Italiani debbano andare d'accordo con la Francia, e garantendo la libertà della Chiesa e del Pontefice; cosicchè l'entrata degl'Italiani nell'eterna città debba essere il principio di un nuovo diritto ecclesiastico, per il quale, rotti i ceppi che mal legavano sin oggi la Chiesa e lo Stato, l'una e l'altro liberi si muovano nel giro della loro azione rispettiva e della loro influenza legittima, senza reciproci impedimenti ed usurpazioni.


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Camillo Benso di Cavour
di Ruggero Bonghi
1924 pagine 116

   





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