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      Le api dovendo produrre la cera si cibano in gran copia di miele e di polline, e quando queste sostanze sono del tutto digerite, cioè dopo 40 ore; la cera è trasudata dalle ultime quattro mezze anella inferiori dell'addome in forma di squamette pentagonali. La cera è una vera secrezione animale, un prodotto particolare delle api simile al loro grasso; la produzione di essa è relativa più o meno alla quantità di nutrimento che pigliano, al grado di temperatura che può aver l'aria. Questa secrezione avviene da noi nei mesi di maggio e giugno.
      Osservate questo favo già compiuto: e lo vedrete formato dalla riunione di tante celle a foggia di prisma esagonale e disposte le une dietro le altre regolarmente in file orizzontali, e in ambo le pareti del favo, le cui superfici risultano dal complesso delle aperture delle celle, aperture che avendo la figura di un esagono regolare non lasciano interstizio alcuno. Nel favo, in grazia della disposizione delle celle da un lato, e dall'altro, si può osservare un tramezzo o parete mediana sulla quale viene formato il fondo di ciascuna cella. La costruzione del favo incomincia appunto da questo tramezzo come vedremo. Seguiamo ora un'ape intenta a costruire favi. Sfrega prima la parte posteriore dell'addome col terzo paio di zampine, indi solleva il secondo paio, e dalle mezze anella inferiori dell'addome si vedono uscire le laminette di cera, le quali ad una ad una sono subito portate con gran destrezza fra le mandibole servendosi del primo paio di zampine.


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I costumi delle api
di Paolo Bonizzi
Treves Milano
1871 pagine 23