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      La contemplazione di quell'anima immensa dello inglese poeta produsse in lui tale uno sbigottimento da non potersi paragonare con altro qualesivoglia prodotto da più grandiosi o terribili spettacoli della natura, dalla cascata del Niagara allo scoppio di un fulmine a due passi distante, in tempo di furiosissima tempesta. La cagione ne fu l'aver scoperto e ravvisato esser quella una nuova poesia ch'egli stesso, fra tormenti e studj e ricerche d'ogni maniera, aveva gran tempo sospettata, presentita, ma non saputa definire. Byron fu allora, e per molti anni dappoi, la sua musa e il suo Dio; e anche direi, se non fosse bestemmia, qualcosa più che non gli potesse, nelle condizioni dell'anima sua, essere Dio. E comechè più tardi si temperò considerando uomini e cose a traverso un'altra lente che non era la byroniana, questo nondimanco dello antico culto in lui rimase, che, sebbene professi sinceramente democrazia e ne sia uno dei più valenti difensori e apostoli in Italia, ponga, a nostro credere, soverchia fiducia nella azione individuale, assoluta, del genio.
     
      III
     
      Non dirò ispirato, ma consigliato alla lettura dei poemi e delle tragedie di Byron, tu cominci a sentire il dramma dei Bianchi e Neri scritto nel primissimo fiore degli anni e rappresentato, al teatro Ludovico, in Livorno. Del quale non si potrebbe nè, potendosi, tornerebbe spediente dare una compiuta analisi: invero esso men si distingue per la novità dei casi e dello intreccio o per la singolarità delle persone chiamate in su la scena che per la passione cui sa trarne l'autore.


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Biografia e rivista critica delle opere di F.D. Guerrazzi
di Ferdinando Bosio
1869 pagine 96

   





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