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      Voi lo incolperete, e non senza qualche ragione, di coteste pitture di terrore le quali occorrono troppo spesso nel suo romanzo, e di coteste digressioni che il più volte sonano disperazione e lascerebbero sospettare non aver egli letto nel libro della vita che la pagina orrida di delitti e di sciagure, come già ne lo ammoniva il Mazzini. Ancora, questo volgersi incessante di tutti i personaggi e delle loro idee in un medesimo cerchio di dolore disperato, questo non aver mai dinanzi agli occhi che un fosco presente ed un peggiore futuro, piuttosto rivelerebbero un'anima tormentata nello scrittore che non esprimano quella varietà che è nelle cose umane e nel carattere dell'uomo secondo le diverse età e condizioni sue; e producono una monotonia di colori e di suoni, pure tacendo che soventi volte sostituiscono all'indole generale dei tempi, ai quali risale il racconto, la indole particolare del narratore.
      Sarà tuttavia giusto il notare che, se egli spesseggia in descrizioni o anche invenzioni di cose che acerbamente ci straziano l'anima, diverso in ciò dal francese Vittore Hugo, nol fa per comodo di una sua nuova teoria artistica e pel solo piacere di provare la propria potenza sopra il cuor de' lettori e di studiare fino a che punto di commozioni tremende possa trarli; ma per un fine nobilissimo e moralmente buono e nella speranza, fosse pure infondata, di riescire meglio, così, a rapirci in quell'ordine di idee e di generose passioni che egli desidera e vuole. E confida che, se noi abborriamo dalla tortura quando ad altro non vale che al tormento nostro e al diletto de' nostri carnefici, generosi eroi d'una tempra che forse non è più de' giorni nostri, potremmo e vorremmo, almanco rassegnati, accettarla, se veramente ne derivasse la cognizione della verità; e non ci farebbe schifo nè orrore il quadro dei mali quando ci si presentasse con lo scopo di trovarvi più presto e più agevolmente il rimedio; massime se trattasi di quella generazione di mali che, per essere manco noti alla più parte degli uomini, non sono perciò meno estesi, nè meno radicati.


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Biografia e rivista critica delle opere di F.D. Guerrazzi
di Ferdinando Bosio
1869 pagine 96

   





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