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      Pensiero e forma, era adunque trovata quella poesia che altri rimproverava al secolo XIX di non conoscere ancora o di non voler ricordare, poesia d'un'idea di libertà, di patria, di umanità, di progresso, d'un'idea grande, sublime, disinteressata, consolazione insieme e tormento di spiriti operosi e magnanimi, fiamma del cuore e dello intelletto, che ci fa, dapprima, confessori e sacerdoti suoi, quindi apostoli e soldati, e, al bisogno, martiri, in ogni tempo e luogo e modo, sempre vittime volontarie per espiare errori e colpe, per ottenere trionfi non nostri, ma del popolo, della nazione alla quale abbiamo sacrata la nostra fede.
      Questo fu, questo è l'Assedio di Firenze, che, stampato prima in Francia e poi in Italia, alla macchia, i bracchi sguinzagliati delle polizie di tutti i paesi non valsero a raggiungere, a uccidere con le loro zanne dilaniatrici; ma ebbe influenza, virtù, efficacia crescente in ragione diretta della furiosa caccia ond'era perseguito; e ricercato e letto e riletto, sfidando minacce e pericoli, dai giovani, valse ad avvamparne le menti con la cupidità di gesti generosi.. Delle forme di questo libro si ha sempre e in ogni sua parte a lodare l'estetica? domanda egli stesso, il Guerrazzi. Che monta? Non ha raggiunto il suo scopo? Se pure fossero le sue mende troppe più che non sono, al postutto «pei popoli smaniosi di risorgere importa innanzi tratto la forza: più tardi avranno tempo di proseguire la bellezza.»
     
      VI.
     
      Tale, adunque, quale io lo venni finora disegnando, era il Guerrazzi ed è; uomo di generose e gagliarde, sebbene talora forse troppo impetuose passioni, scrittore cittadino di vastissimo intelletto e di propositi audaci.


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Biografia e rivista critica delle opere di F.D. Guerrazzi
di Ferdinando Bosio
1869 pagine 96

   





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