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      IX.
     
      In tutto quel tempo di buona e di rea fortuna che, deputato, ministro, dittatore, prigioniero alle Murate, gli corse dal 1848 al 1853, ebbe a patire gravissimo detrimento la sua salute già da parecchi anni assai meno robusta che ad altri non paresse; così per le agitazioni dell'uomo politico in difficili giorni e il lavoro soverchio e le ardue lotte incontrate e le non sempre vinte quotidiane politiche tempeste, come per l'avvicendarsi intorno alla sua persona di nimicizie e di odj, di ree e di generose passioni che ora lui e la patria cacciavano in fondo, ora entrambi li alzavano più che non si sperasse e non si dovesse. E poi i dolori e le irrequietezze e le vigilie del diuturno carcere e le commozioni del processo. Era naturale che dal fisico il male avesse a ripetersi anco sul morale; e quindi crescesse in lui quella sua antica e già grande propensione a vedere e colorire ogni cosa in nero e quella irritabilità onde pare eccessivo, qualche volta, il suo sdegno contro la miseria degli uomini e la ingratitudine loro.
      Ma io non credo che a ciò solamente si debba la terribile e, in qualche parte, poco manca che io dica, satanica ispirazione della Beatrice Cenci, il primo dei suoi racconti che, compiutolo in Bastia nel 1863, egli abbia pubblicato dopo la sua uscita dal carcere, dove lo aveva, insieme con altri scritti di diversa ragione, apparecchiato.
      A cui suonano ignoti il nome e la storia della nobilissima giovinetta romana della quale, poco prima che ne cadesse sul patibolo il capo forse innocente, dicesi effigiasse Guido Reni le divine sembianze?


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Biografia e rivista critica delle opere di F.D. Guerrazzi
di Ferdinando Bosio
1869 pagine 96

   





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