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      Ma così nella prima, dove toglie occasione a dipingere luoghi e costumi, credenze e superstizioni che tuttavia durano singolari e ostinate in Corsica, come, e meglio, nella seconda, dove tutto è dramma, occorrono quadri che fanno tremare d'ammirazione amici e nemici. E valga il vero: grande, per lo più, nel trattare d'ogni ragione cose, nella rappresentazione delle solenni e terribili, Guerrazzi è gigante. Diresti che il cerchio della vita comune è troppo ristretto per lui; egli s'alza sovr'essa e troneggia: il vero mondo dell'anima sua varca i confini dell'umano: sia cielo o inferno non monta: un giorno lasciò correre, forse fu lieto, di essere da un editore (e fu il Guigoni), in certo programma per la stampa di tutte le sue opere, paragonato a Satana.
      La Storia di un moscone si può dire un preludio, la Torre di Nonza un episodio di quella magnifica epopea che è il Pasquale Paoli. Il quale era, certo, argomento da non passare inosservato, da muovere fortemente l'anima generosa del pittore di Francesco Ferrucci. A ducencinquant'anni distanti, il Côrso e il Toscano sono espressione e simbolo vivente di un solo e medesimo concetto. Il cadere, nel secolo XVI, della libertà fiorentina sotto i colpi di un papa e di un imperatore; e, nel secolo XVIII, della indipendenza côrsa sotto quelli di un prepotente straniero, sono un fatto uguale e simile per non dir unico; l'epoca e il terreno diverso della azione ne modifica le circostanze, non influisce sullo spirito, sulla sostanza di essa; cose e persone si riscontrano, si accordano, si confondono in una medesima idea.


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Biografia e rivista critica delle opere di F.D. Guerrazzi
di Ferdinando Bosio
1869 pagine 96

   





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