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      Solo che nei tre sinottici, più antropomorfi, egli ha bisogno di dirlo; mentre nel quarto evangelista, in luogo della istituzione del sacramento per la bocca stessa dell'agnus Dei, il mistero si compie col suo proprio sacrificio.
      Nell'ultima notte di Gesù, che egli avrebbe passato all'orto di Getsemani, secondo i Vangeli sinottici egli si sarebbe allontanato un tiro di pietra dai suoi discepoli addormentati, non prendendo seco che Cefa e i due figli di Zebedeo, e colà avrebbe pregato con la faccia a terra, sarebbe stato triste fin quasi a morirne, ma alfine si sarebbe rassegnato alla volontà divina(136). Invece il quarto evangelista, che sarebbe stato il testimonio più intimo di un episodio così commovente, non ne dice parola, malgrado ci dia un racconto dettagliato dei fatti di quella sera. Evidentemente per l'istessa ragione di sistema - e quando si dice sistema si esce dalla storia - mentre i tre primi evangelisti ci presentano Gesù al Monte degli Ulivi in uno stato di profondo abbattimento, fino a sudar sangue(137), invece il quarto evangelista fa tenere a Gesù dei discorsi pieni di calma(138), e, mentre nei primi è il bacio di Giuda che designa Gesù ai suoi nemici(139), nel quarto Gesù va incontro egli stesso ai suoi nemici con tranquillità e sicurezza e dice ai soldati che lo cercano: Io son desso(140).
      Passiamo sopra alle contraddizioni circa l'ora in cui Gesù è giudicato dal Consiglio dei preti, circa la presenza o meno dei popolo durante il suo interrogatorio, sul momento in cui è percosso e ingiuriato, circa l'episodio del suo rimando da Pilato ad Erode - che è conosciuto dal solo Luca, - circa le deposizioni dei testi, sul Cireneo che Giovanni non accenna, sulle bevande date a Gesù, sul contegno dei due ladroni, sulla inscrizione apposta alla croce che è diversa in tutti quattro gli evangelisti, sul grido e sulle parole da lui emesse prima di spirare, sul colpo di lancia, sulla rottura delle gambe, sul suo distacco dalla croce, sulla sua imbalsamazione, sulla qualità del sepolcro e sul tempo in cui rimase sepolto - contraddizioni di dettaglio, ma tanto numerose da meritare di essere almeno sommariamente indicate - e diciamo solo della più grave delle contraddizioni che accompagnano la sua morte.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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