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      Quando Cristna comprese che per lui era giunta l'ora di abbandonare la terra e di ritornare nel seno di colui che lo aveva mandato, si distaccò dai suoi discepoli, proibendo loro di seguirlo, si recò alle sponde del Gange, si immerse nel fiume sacro, poi s'inginocchiò pregando il cielo ed aspettando la morte. In quello stato fu ferito con una freccia e sospeso ad un albero. Colui che l'uccise fu condannato ad errare eternamente sulla terra.
      Quando si sparse la notizia della morte del Redentore, i suoi discepoli accorsero per raccoglierne la sacra spoglia: ma questa era sparita, essendo egli risuscitato ed asceso al cielo.
      La nona incarnazione di Vischnu è quella in cui egli comparve come Budda(235).
      A sua madre fu rivelata in sogno la futura grandezza del figlio e l'ascendente che avrebbe esercitato sull'animo dei suoi simili.
      Egli scelse di nascere in una casta principesca - come Cristo da Davide -, e scese in terra.
      Ciò avveniva 628 anni avanti Cristo.
      Alla sua nascita avvennero cose meravigliose; una luce abbagliante illuminò diecimila mondi, videro i ciechi, parlarono i muti, camminarono gli zoppi ed i paralitici, i prigionieri riconquistarono la libertà, una brezza refrigerante spirò sulla terra, sorgenti freschissime si sprigionarono dal suo seno, sbocciarono dappertutto fiori variopinti e dal cielo piovvero gigli odorosissimi.
      Dalle loro dimore elevate scesero gli spiriti a sorvegliare il palazzo ove doveva nascere il fanciullo e ad allontanare il male da lui e da sua madre. Quand'egli nacque, subito si tenne ritto dinanzi agli spiriti ed agli uomini meravigliati, una stella brillante apparve nel cielo, vennero dei re ad adorarlo e spuntò dalla terra il famoso albero Bo all'ombra del quale doveva poi diventare Budda: quell'albero ha foglie sempre in moto, ciò che si vuole sia il fremito commemorativo delle scene sacre di cui furono testimoni, come i Siriaci dicono che le foglie della tremula si agitano continuamente in memoria della crocifissione di Cristo, perché del legno di quell'albero sarebbe stata costrutta la croce.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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