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      Fra la gente che, colma di gioia, andò a visitare il meraviglioso fanciullo, si parla specialmente di un pio vecchio simile al nostro Simeone, il quale per avere menato vita santissima aveva ricevuto il dono delle profezie. Sebbene l'animo suo fosse pieno di contentezza per lo splendido avvenire che attendeva il fanciullo, non poté far a meno di spargere lacrime amarissime, pensando che egli, così avanzato in età, non avrebbe potuto assistere ai suoi trionfi.
      La madre di Budda si chiamava Maya, o Maïa, e lo concepì in modo miracoloso, all'infuori di qualunque rapporto coniugale.
      Quando essa morì, le sue virtù le meritarono di essere accolta nel cielo dove dimorano i Nat.
      Budda crebbe bello e dotato di grande intelligenza, meravigliando i dottori per la sua sapienza. Egli abbandonò il tetto paterno per compiere la sua missione.
      Mentre digiunava nel deserto all'ombra dell'albero, per un periodo di 49 giorni (7 × 7), fu tentato a più riprese dal demonio, ma ne uscì vittorioso.
      Egli predicò le prime volte a Benares e convertì alla fede grandi e piccoli. La sua morale, come vedremo a suo luogo, precorre quella di Cristo.
      Il suo più gran discorso fu chiamato, dal luogo ove fu pronunziato, «La predica della montagna», precisamente come quello di Cristo. Dopo la sua morte, egli appare ai suoi discepoli in forma luminosa, con la testa circondata da un'aureola.
      Budda ebbe anch'egli il suo discepolo traditore, Devadatta.
      Egli non lasciò scritto nulla. Ma le sue dottrine furono raccolte dai suoi discepoli, convocati in concilio generale.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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