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      Lo Swastica è la croce prodotta dai due legni la cui confricazione produce il fuoco; Maya è la cavità di quello dei due bastoni che è chiamato la madre, ed è la personificazione della potenza generatrice. Vayu è lo spirito (l'aria, senza cui il fuoco non può accendersi) per opera del quale Agni (il fuoco) è stato concepito nel seno della Maya.
      Nel rito vedico si celebrava ogni anno la nascita di Agni (il fuoco) al solstizio d'inverno (25 dicembre), vale a dire all'epoca che coincide col rinascimento annuale del Sole. Questa data era annunciata astronomicamente dall'apparizione di una stella nel firmamento. Quando riappariva la stella, i preti annunciavano la buona novella al popolo e ripetevano la commemorazione allegorica della scoperta del fuoco. Il fuoco era allora acceso mediante la confricazione dello Swastica. La prima scintilla che nasceva dalla cavità detta Maya, era chiamata «il piccolo bambino». I preti deponevano il piccolo bambino sulla paglia che si accendeva. Al suo lato si conduceva la vacca che ha fornito il burro, e l'asino che ha portato il soma, liquore spiritoso, che serviranno ad alimentarlo. Davanti a lui è un prete con un ventaglio che agita per tenerlo in vita. In seguito è portato su dei rami accatastati sull'altare. Là, un prete versa su di lui un liquore sacro, lo spiritoso soma. Un altro gli dà l'unzione, spandendo il burro su di lui. Da questo momento Agni prende il nome di Unto (in greco Cristnos, Cristo). Dal focolare così alimentato sorge la fiamma che in mezzo ad una nube ascende al cielo, ove il fuoco va a raggiungere il padre celeste che l'ha inviato per la salute del mondo.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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