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      Le stesse uova pasquali ricordano il culto solare. Perché esse rappresentavano, già nei misteri di Bacco, precisamente il Sole, come ne ricorda Macrobio: poiché la loro forma ovale rappresenta l'eclittica; il tuorlo rosso corrisponde al Sole, e il bianco dell'albumina rappresenta l'etere.
      Infine il cappello dei vescovi cattolici, che si chiama mitra, dal nome del dio Sole dei Persiani, era già in uso presso i magi, o sacerdoti di mitra, del dio Sole, e simboleggia, con la sua forma piramidale, precisamente il sole, o se si vuole il fuoco, figlio del sole, ascendente al cielo, a congiungersi col padre, come lo prova questa forma data alle piramidi d'Egitto, agli obelischi messicani e druidici e ai carri piramidali dell'India.
      Parimente ha un'origine relativa all'eliosismo il disco che i preti si fanno radere al sommo della testa, come facevano già i preti di Iside in Egitto, specialmente consacrati al culto del Sole; disco che simboleggia appunto il disco solare.
      Naturalmente, col passaggio dal senso proprio al figurato, e con la completa personificazione del simbolo, niente era più facile che il far scomparire perfino il ricordo dell'origine eliosistica del mito Gesù Cristo: di guisa che poche tracce potevano conservarsi di tale origine. Ma queste poche sono di un'eloquenza che non ammette replica e, se da sole non basterebbero ad autorizzare la conclusione dell'inesistenza storica di Cristo, tuttavia, unite alle prove precedenti, acquistano il valore di documento decisivo, come quello il quale è tolto dallo stesso culto che era interessato a farle scomparire.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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