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      ..». «A narrare i benefici dell'eguaglianza non basterebbe la vita di un uomo. Essa è la fonte del più sommo bene che mai esista: la buona volontà e l'amicizia fra gli uomini. Nell'universo, essa produce l'unità; nelle città, la democrazia ben regolata; nel corpo, la salute; nelle anime, l'onestà e la virtù» (De victim., offer.; De creat. principiis).
      Un'altra parte della morale evangelica, che non appartiene all'Antico Testamento, è quella che riguarda il disprezzo delle ricchezze e del benessere sociale ed il celibato: anche in ciò il cristianesimo è inferiore al giudaismo.
      Ma nemmeno in queste virtù negative i Vangeli sono originali: ché esse provengono dagli Esseni(276). Ed in quella parte che l'Essenismo ebbe di buono, come nella coltivazione della terra e nella abolizione della schiavitù, non fu neppure esso imitato dal Gesù dei Vangeli, che condanna la prima ed è silente sulla seconda. Mentre gli Esseni ebbero quest'altra superiorità sulla morale evangelica, che la loro era una morale puramente umana, come quella degli stoici, laddove anche la parte buona della morale evangelica era guastata dall'ascetismo, dal misticismo, dai vaneggiamenti soprannaturalistici, dalle minacce divine, dalle paure d'oltre tomba(277), e soprattutto dalla preoccupazione della credenza nella prossima fine del mondo che fece della morale cristiana niente altro che un commentario di questa sentenza con cui Platone aveva riassunto, nel Fedone, tutta la sua morale: «La vita non è che una preparazione alla morte!


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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