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      Eusebio, Agostino, Lattanzio, Giustino, Atenagora ed altri apologisti del cristianesimo, riconobbero essi pure che l'unità di Dio era ammessa dagli antichi filosofi e formava la base della religione d'Orfeo e di tutti i misteri dei Greci. Del resto è risaputo che ciò che fece la fortuna del Dio ebraico, e che lo rese comune a tutti i culti, fu un puro accidente di traduzione, avendo la versione greca della Bibbia sostituito al nome del Dio ebraico quello di Signore (o kürios, in latino Dominus), che era già il nome dato alla divinità suprema (il Sole) da pressoché tutti i culti in quello stadio dell'evoluzione religiosa in cui nacque e si propagò il cristianesimo.
      L'amore di Dio non è invenzione cristiana: ma si trova già nell'Antico Testamento(288) per non parlare dei Greci, come ne attesta Plauto, né degli Esseni, come ne attesta Filone.
      E l'invocazione del «Padre celeste» che si volle trovata da Gesù, appartiene pure all'Antico Testamento, specialmente in Isaia(289).
      Sono in Ezechiele le parole con cui Dio dichiara di non volere la morte del peccatore, ma che si converta e viva(290).
      Il versetto di Paolo (Gal. III, 11 ss.) secondo cui il giusto vivrà di fede si trova già in Abacucco(291).
      Ma gli elementi metafisici della dottrina cristiana vengono dalla filosofia greca, e specialmente da Platone. È da Platone specialmente che trae origine la dottrina metafisica del Verbo, mentre Platone stesso l'ha tolta dall'Egitto(292).
      Platone fu il vero distillatore - non diremo creatore, perché la cosa viene certo dal mistico Oriente - della metafisica cristiana: fu lui che plasmò la Trinità e il Logos: fu lui ancora che distillò la distinzione dell'anima e del corpo subordinando questo a quella; fu lui che fece di questa terra un esilio; fu lui, insomma, che ridusse a sistema filosofico quel decadentismo morale che fa dei sensi una prigione, del mondo un male e che fa consistere la felicità nei vaneggiamenti della metafisica(293).


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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