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      In una parola, il cristianesimo, anche preso come fatto compiuto, non è una dottrina, una religione, una credenza omogenea. Esso è un mosaico in cui c'è di tutto(328), meno che la perfezione ideale del preteso fondatore e dei suoi pretesi seguaci primitivi, come si è visto in questo studio, e come si può vedere leggendo la Bibbia stessa senza velo sugli occhi. La pretesa perfezione del cristianesimo non è che l'ideale umano, il quale si è venuto stratificando attorno a quel centro di gravità, sì da sottrarlo alla vista naturale per non lasciarlo scorgere che attraverso quella vista particolare che rende capaci di veder tutto ciò che si vuole, meno ciò che si vede realmente, e che è frutto della suggestione teologica, del visionismo soprannaturale, dell'illuminismo trascendentale.
      Oggi chi dice Cristo, Cristianesimo, Cristiano, intende dire l'uomo, la dottrina, il credente che sono o si credono o vogliono essere perfetti come il Padre che è nei cieli. Il nome di Cristo è anzi diventato il simbolo dell'ideale umano: talché nella società attuale chi non è cristiano è parificato alle bestie, o giù di lì. Eppure è questa una strana quanto colossale ed ingenua allucinazione collettiva! Non solo, perché il cristianesimo della Bibbia e dei Dottori e della Chiesa è tutt'altra cosa da quella perfezione che loro si attribuisce, ma soprattutto perché la nostra stessa società di cristiano non ha più che il nome, se la si consideri nella sua parte civile, evoluta, moderna, progressiva, quella insomma che segna l'esponente della civiltà presente.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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