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      Dalle libertà civili alle politiche, dalla libertà di pensiero alla sovranità del popolo, dal progresso intellettuale a quello economico, tutto ciò che forma il fondo della nostra civiltà è essenzialmente anticristiano. L'ideale del cristiano non è l'uomo moderno, moderatamente lavoratore benestante, istruito e socievole; ma sono i frati della Tebaide, i digiunatori che macerano la propria carne per salvare l'anima, i Simoni Stiliti che vivono in cima alle colonne, i Simoni di Monforte che scannano il prossimo per guadagnare il paradiso, i Pietri Eremiti che predicano le guerre sante; sono gli esorcizzatori, gli inquisitori, i torturatori, i censori, gli accenditori dei roghi; sono i despoti che sopprimono ogni libertà per assodarne una sola, quella di essere... cristiani; sono i bigotti che passano il tempo in orazioni, digiuni, penitenze e che abbandonano il patrimonio nelle mani matrignali della Chiesa.
      In una parola, il cristianesimo è la religione della morte, mentre la nostra società non respira che l'amore della vita, di una vita sempre migliore, e sempre più intensa.
      Perché, dunque, si vuole perpetuare la menzogna di dirsi, di credersi, di voler che si sia cristiani?
      Che se anche, per delirio d'ipotesi, si valesse ammettere che Cristo, come se lo figurano i cristiani, sia un ideale di perfezione, e si dicesse di conseguenza che esso, appunto perché tale, rappresenta un'idea-forza, e deve venir conservato, anche se non è che un'illusione, noi rispondiamo che, anche in questa ipotesi - ben lontana dall'esser vera - l'umanità ha tutto da guadagnare e niente da perdere se cessa di prestarle fede.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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