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      (278) E. Troilo, nel suo Misticismo moderno, scolpisce egregiamente la natura del cristianesimo. «Che cosa rappresenta il cristianesimo - egli scrive - in riguardo al concetto, alla teoria del progresso? Un arresto subitaneo ed oscuro, ben corrispondente al suo contenuto filosofico e naturale. Il pensiero classico balzante vivido dalla natura e santificato da una concezione religiosa che in fondo era la poesia e l'armonia e la forza delle cose stesse, cade spento sotto il cumulo triste e gelido di nebbie, le quali si innalzano dalla dottrina nuova, che in una aberrazione d'ascetismo disprezza, ripudia e condanna la natura, esaltando tutto ciò che più ad essa si oppone... Togliete il sorriso alla natura, o, per meglio dire, create intorno all'uomo un ambiente di pessimismo, di rassegnazione, di umiltà, di povertà, di dolore e di privazioni; comprimete nell'uomo le sue più energiche tendenze, costringetelo a non guardare i fiori che sbocciano sulle rame, a non allietarsi del fremito della vita, per seguire nell'aria un mistico fantasma; fategli credere che egli è sulla terra, triste valle di lagrime, non altro che un passeggero su cui pesa una bestemmia e una condanna fatali, e poi ditemi se qui si possa parlare di progresso come fatto e di progresso come idea. Si opporrà che ad onta di tutto ciò progresso v'è stato; ma questo si è fatto solo quando e perché l'uomo si è ribellato, sia pure senza aver coscienza di tale ribellione, ai principi della religione... Noi siamo avvezzati a considerarlo [il cristianesimo] come qualche cosa di eccelso, di soprannaturale; ed il suo segno nero piantato sul monte di Gerusalemme getta tanta ombra di mistero e di soggezione negli animi, che non si osa discuterlo.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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